Riflessi pronti
Di solito ho i riflessi pronti. Ti ricordi quando ti è caduto il cellulare e l’ho ripreso a mezz’aria, prima che toccasse terra? E sono pronto anche nelle decisioni: ti ricordi quando dovevamo fare la presentazione davanti al nuovo cliente e nessuno se la sentiva?
Ridendo, mi hai detto che cogliere le occasioni al volo era la mia specialità.
Eppure, quando mi hai chiamato per dirmi che partivi, non ho saputo cosa rispondere. E quando mi hai chiesto di portarti in aeroporto perché non riuscivi a trovare un taxi, sapevamo tutti e due che era una scusa, invece di farti disfare la valigia, ti ho accompagnata. E quando mi hai baciato prima di metterti in coda per il controllo di sicurezza, le mie mani sono rimaste nelle tasche, non ti hanno trattenuta.
Dalla vetrata ti ho vista mentre salivi la scaletta. Prima di entrare nella cabina, ti sei voltata un’ultima volta. Non potevi vedermi, non potevi sapere se fossi là, a guardarti. Ma ti sei girata lo stesso. Allora sono scattato verso l’uscita d’emergenza, hanno cominciato a suonare mille sirene, mille allarmi. Correvo lungo la pista, sapendo di non poter fare nulla, il tuo aereo già prendeva la rincorsa per il decollo. Ma speravo che quella pazzia andasse sui notiziari di tutto il mondo e che tu la vedessi.
E ti girassi a guardare verso di me un’altra volta.
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