DFW – la solitudine e il antidoto

«Ci sono parecchi libri che, dopo averli letti, mi hanno lasciato per sempre diverso da com’ero prima, e penso che tuttala buona letteratura in qualche modo affronti il problema della solitudine e agisca come suo lenitivo. Siamo tutti tremendamente, tremendamente soli. Ma c’è qualcosa, quantomeno nei romanzi e nei racconti, che ti permette di entrare in intimità con il mondo, e con un’altra mente, e con certi personaggi, in un modo in cui non puoi proprio farlo nel mondo reale.»

David Foster Wallace ci lasciava dieci anni fa. Per alcuni era un genio di virtuosismo, per altri un autore pretenzioso e sopravvalutato; in ogni caso la sua scrittura e la sua personalità non lasciavano indifferenti.

Condivido questa sua citazione perché evoca una condizione che tocca molte persone, la solitudine, e offre un possibile antidoto: la narrativa. Mi piace l’immagine dello scrittore come qualcuno che rompe il guscio dell’isolamento, che crea un contatto.